Relatore
Giuseppe Scanu
Università di Sassari - Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione
Associare il ragionamento cartografico a una ipotesi straordinaria quale è quella della crescita basata sulla valorizzazione delle acque e delle sue risorse, così come degli ambienti che genera unitamente a quelli che gli stanno a margine oppure nell’interfaccia, è di sicuro originale e per certi versi innovativo. Diverso è infatti parlare di cartografia delle acque o di cartografia del mare, laddove le declinazioni possibili sono pressoché infinite e gli esempi a disposizione sono tanti e tutti con sfaccettature originali, sia dal punto di vista della produzione (pubblica o privata), sia dal punto di vista delle tematiche che della tipologia e del formato, cui da poco si è aggiunto con grande successo anche quello digitale. L’intento proposto è quello di vedere in quale modo le tante opzioni legate alla crescita blu hanno necessità di supporti cartografici, considerando anche quale cartografia può meglio riuscire a definire i presupposti di attuazione delle filiere lungo cui si sviluppa il percorso della crescita. Sicché, se si associa la crescita alla valorizzazione dell’interfaccia terra/mare, viene subito da considerare l’aspetto legato alla pianificazione delle fasce costiere, così come quello della gestione delle aree umide con particolare riguardo a quelle tutelate (SIC e ZPS), oppure della fruizione degli spazi litoranei e della portualità ivi comprese le interconnessioni da questa richiamata con le aree immediatamente retrostanti e i raccordi relazionali con i retroterra e con la viabilità di aggancio alle grandi traiettorie di traffico, o alle nodalità logistiche, ecc. Allo stesso tempo, non può essere trascurata la cartografia per la navigazione, a iniziare da quelle che più comunemente chiamiamo carte nautiche con gli esempi invidiabili della produzione dell’IIM, per andare a verificare la situazione relativa ai confini marittimi, spesso oggetto di accesi contrasti tra stati e non solo tra quelli contigui, alle rotte commerciali, agli ingressi ai porti, per non parlare poi di quella relativa ai canali artificiali di navigazione di cui il vicino Suez, con il recente ampliamento possono rappresentare degli ottimi esempi. Né, invero, si può trascurare la cartografia di analisi delle dinamiche marittime, marittimo-costiere, delle relazioni e degli scambi economici o quella degli spazi di cooperazione internazionale, trasnazionale, regionale, e così di seguito. Prendendo atto della numerosità delle possibili argomentazioni di cui si è appena proposta una sintesi di possibili approfondimenti o argomentazioni a varia scala, il contributo qui proposto, vorrebbe affrontare solo alcuni aspetti generali sul ruolo che la cartografia e le moderne rappresentazioni potrebbero svolgere per favorire, illustrare, analizzare, documentare e comunque ancorare allo spazio i processi e le dinamiche legate alla crescita blu o che da una sua virtuosa attivazione possono derivare. Il lavoro rientra all’interno dei filoni di ricerca attivati nell’ambito del PRIN 2015 (P. I. Maria Prezioso, -20155NXJ8T - SH3), in particolare di quelli relativi alla valutazione della coesione territoriale