Relatore
Guido Paliaga
CNR - IRPI To
La ricerca riguarda la ricostruzione dell’assetto geomorfologico della città di Genova, riferita all’anfiteatro storico, ossia la parte delimitata dalle vecchie mura seicentesche che proteggevano l’area portuale tra la Lanterna a Ovest, la collina di Carignano a Est e il versante retrostante culminante col M. Peralto. In questo tratto di territorio si trova l’impianto della città medioevale da cui ha avuto grande impulso, tra il XVI e il XIX secolo, la Repubblica di Genova; nel secondo dopoguerra si è osservata la massima, e spesso irrazionale, espansione urbana occupando progressivamente dal basso verso l’alto le porzioni collinari.
Il territorio esaminato presenta una superficie di 8,5 km2, è caratterizzata da alcuni bacini idrografici, oggi difficilmente percepibili per l’urbanizzazione: da Ovest verso Est si individuano i bacini di Dinegro (1,33 km2), San Teodoro (0,54 km2), Lagaccio (2,36 km2), Sant’Ugo (0,8 km2), Carbonara (1,1 km2), Sant'Anna (0,72 km2) e Torbido (1,17 km2). Il Rio Carbonara comprende anche il Rio San Girolamo, deviato artificialmente nel XIII secolo.
I corsi d’acqua sono stati modificati nei secoli in canali artificiali e oggi scorrono sotto strade e vicoli del centro storico: il toponimo spesso ne richiama la presenza, come ad es. Via Fossatello, via Rio Torbido, Via del Lagaccio. Tutti i canali sfociano nell’area portuale storica con portate sempre significative: per un tempo di ritorno pari a 50 anni variano tra 22 m3/s (San Bartolomeo) e 82 m3/s (Lagaccio).
I bacini idrografici mostrano un grado di urbanizzazione tra poco meno di 30% e oltre 80%: le attività antropiche, sovraimposte da secoli alle condizioni geomorfologiche originarie delle strette piane fluvio-costiere e dei versanti, rappresentano l’agente morfogenetico più significativo in termini di trasformazione del territorio.
A tal fine sono stati acquisiti sia i livelli informativi delle forme di origine antropica tratti dalle carte geomorfologiche a supporto alla pianificazione territoriale (PdB e PUC), sia i sondaggi geognostici puntuali della banca dati regionale. La successiva elaborazione delle stratigrafie, il confronto cartografico multi-temporale, la foto-interpretazione e attente osservazioni morfologiche in ambito urbano, anche in ambiente sotterraneo, hanno permesso di realizzare, integrare con aspetti innovativi e originali la legenda in evoluzione nell’ambito del gruppo di lavoro AIGeo/ISPRA, una carta geomorfologica specificamente rivolta alla rappresentazione delle forme conseguenti agli interventi dell’uomo.
Le principali forme antropiche identificate riguardano i riporti su versante (su corso d’acqua, a margine di strade, di altro tipo), le superficie da sbancamento (spesso legate a cave storiche), le colmate a mare e soprattutto le modificazioni del reticolo idrografico (tombinature, deviazioni, canalizzazioni dell’alveo), che hanno comportato una riduzione delle sezioni di deflusso.
Il contributo può rivestire non solo valenza scientifica e didattica in termini di cartografia geomorfologica, ma anche ricadute applicative per la pianificazione territoriale e urbana: dal 2006 il centro storico è riconosciuto come patrimonio dell’umanità Unesco. Tuttavia l’urbanizzazione ha comportato la diminuzione del tempo di corrivazione e gli interventi di modificazione del reticolo idrografico la riduzione delle sezioni di deflusso. Questi cambiamenti morfologici determinano l’aumento del rischio geo-idrologico di Genova, una città emblematica in termini di flash floods ricorrenti, anche in funzione della variazione del regime delle piogge.