Relatore
Ilaria Antoncecchi
Ministero dello Sviluppo Economico - DGS-UNMIG
Da sempre culla di interessi commerciali, sede di nuove rotte, attività produttive (pesca, esplorazione e coltivazione delle risorse energetiche ecc… ), il Mar Mediterraneo ha costituito e costituisce ancora oggi, un case study, ideale per la verifica dell’applicazione delle policy governative, orientate sempre più verso una pianificazione spinta degli spazi marini (Maritime Spatial Planning Directive), ai fini del raggiungimento di nuovi equilibri tra le componenti di crescita economica (Blue Growth) e tutela dell’ambiente (Maritime Stratefy framework Directive) seguendo i principi dello sviluppo sostenibile.
La necessità di una pianificazione territoriale e marina ha spinto le Pubbliche Amministrazioni Italiane a ragionare in termini di open data e di strumenti Informativi Geografici relazionali per la sovrapposizione di layer informativi rappresentativi dei diversi interessi socio-economici che sussistono in particolari aree del territorio italiano.
Focalizzando l’attenzione sul mare, esistono già dei criteri tecnico oggettivi di base che devono essere considerati per un primo screening di una possibile pianificazione degli spazi marini; a partire dalle definizioni previste nei regolamenti internazionali (UNCLOS, 1952) e agli accordi internazionali, per arrivare alla definizione delle aree aperte al rilascio dei titoli minerari per le attività di sviluppo di idrocarburi in mare, ed infine l’istituzione di aree marine protette a livello nazionale e internazionale.
Stante queste premesse, il presente studio è volto alla disamina tecnica dei criteri per la definizione cartografica degli spazi marini dedicati alla pianificazione di attività minerarie ed energetiche, attuali e future, in aree con una sovrapposizione di pluralità di interessi (pesca, turismo, attività industriali).
Attraverso le analisi cartografiche, sulla totalità dei mari italiani, questo studio ha consentito di effettuare una prima ricognizione ufficiale per le aree attualmente adibite alle attività minerarie energetiche e per quelle di potenziale interesse futuro da analizzare sulla base di una successiva dettagliata mappatura geologica e tettonica finalizzata al l’identificazione di prospect di interesse.
Questo approccio non solo è utile alla riduzione delle tensioni sugli utilizzi multidisciplinari di alcune aree ma anche a mantenere adeguati livelli di sicurezza anche ambientale nelle zone occupate dagli impianti minerari.