Relatore
Vincenzo Cocco
Università di Salerno - Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale
Nell’isola, la terra e l’acqua stanno in opposizione. Ma anche in un rapporto di co-appartenenza. L’isola, infatti, non è terra e non è acqua. È terra e acqua: unità discorde che con-tiene gli opposti.
Ciò fa di essa uno spazio non univoco, che si presta, come tale, a trasformarsi in un perfetto emblema sia della navigatio rationis (si pensi ai viaggi utopici) sia della navigatio vitae (in questo caso caratterizzandosi, volta per volta, come luogo dell’esilio o dell’asilo).
Spazio privilegiato dell’immaginario e del desiderio, l’isola permette di sperimentare “mondi possibili” e d’inventare finte carte dei sentimenti: quella, per esempio, dell’«Isle de Pureté» di Pierre Le Moyne (uno dei possibili modelli ispiratori della Carte de Tendre), o quella dell’«Isle des Coquets» di Hédelin d’Aubignac (la quale della Carte scudéryana, invece, è il riflesso capovolto).