Relatore
Silvia Siniscalchi
Università degli Studi di Salerno - Studi Umanistici
Le coste italiane, contraddistinte da equilibri morfologici e ambientali molto delicati, nella seconda metà del secolo scorso sono state oggetto di trasformazioni spesso invasive e indiscriminate, in assenza di qualsiasi effettiva programmazione economica e urbanistica. La Campania, in particolare, caratterizzata da un territorio diversificato dal punto di vista climatico e paesaggistico, ha conosciuto un processo di degrado ecologico integrale, a danno, innanzitutto, delle proprie pianure costiere. I casi più eclatanti non riguardano solo la fascia nord occidentale della provincia di Napoli ma anche alcune aree del Salernitano che, pur essendo ricche di risorse naturali e geostoriche, sono divenute nel tempo oggetto di cementificazioni incontrollate e speculazioni edilizie. È il caso del Cilento, subregione geostorica di straordinario valore ambientale e culturale, le cui coste, in alcuni casi, sono divenute oggetto di interventi di trasformazione connessi all’uso turistico del litorale, che ne hanno alterato profondamente i caratteri visivi e ambientali. Circostanza che la comparazione diacronica tra fonti iconografiche e cartografiche rende quanto mai evidente e tanto più eclatante, considerando l’esistenza del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (inserito nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, come “paesaggio culturale” di rilevanza mondiale) e la presenza di scavi archeologici importantissimi, come quelli dell’antica Elea (oggi Ascea). Attraverso alcuni casi di studio, supportati da fonti documentarie e cartografiche, la presente proposta di contributo intende quindi mettere in luce i presupposti e gli effetti dei principali processi territoriali che hanno modificato il quadro paesaggistico e ambientale del Cilento, esaminando, alla luce delle attuali direttive europee e delle azioni sinora avviate sul territorio, le possibili direzioni da intraprendere per lo sviluppo equilibrato del territorio cilentano, al fine di preservarne e valorizzarne le risorse naturalistiche e geostorico-culturali, in un’ottica di pianificazione organica e integrata.