Relatore
Silvia Grandi
Ministero dello Sviluppo Economico - DG Sicurezza anche Ambientale delle risorse minerarie ed energetiche - Ufficio Nazionale Minerario
Tra le cartografie tecniche, quella mineraria è forse una delle più antiche di cui si ha traccia al mondo ma poco ha avuto attenzione negli ultimi decenni nella comunità scientifica italiana. Al contrario rappresenta uno dei patrimoni cartografici che ha accompagnato in modo costante la tradizione dell’amministrazione del bene pubblico delle risorse minerarie, nonché uno delle cartografie strategiche di tipo geo-economico e politico. Questo vale naturalmente anche a scala italiana riferendosi dapprima alle materie prime non energetiche poi anche quelle energetiche, ossia geotermia, idrocarburi liquidi e gassosi. In modo costante nel tempo, seguendo le evoluzioni tecnologiche, ma non perdendo consistenza, da 60 anni si tracciano le geolocalizzazioni dei siti, i confini delle concessioni, si eseguono analisi per le zonazioni, etc. creando un patrimonio di conoscenza geo-statistica preziosa e strategica.
Questo contributo rappresenta una sintesi del lavoro di ricerca e patrimonializzazione che l’ufficio cartografico dell’Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le georisorse (UNMIG) ha fatto in occasione del sessantesimo dalla sua fondazione nel 1957. Di particolare interesse è il ruolo della cartografia mineraria nello sviluppo della cartografia dei mari italiani a partire dagli anni cinquanta del novecento: zonazioni, confini, limiti, accordi internazionali relativi alla piattaforma continentale e tecnologie si sono evolute nel tempo. Tuttavia la cartografia mineraria italiana è sempre stata al centro di questi processi seguendo lo sviluppo della conoscenza della geologia, dell’esplorazione del sottosuolo, della coltivazione delle risorse; non solo questa è un segno ed una traccia delle politiche pubbliche in materia di idrocarburi e più recentemente, in chiave europea per la crescita blu, la pianificazione dello spazio marittimo.